Pasquale Stanzione

Presidente
“Viviamo nell’era dei dati. Le nostre politiche, le nostre economie, le nostre vite sono condizionate dal flusso di dati e da tecnologie che corrono più veloci della regolamentazione necessaria a garantirne uno sviluppo sostenibile. Riteniamo dunque essenziale porre al centro del G7 privacy, la libera e responsabile circolazione dei dati, le tecnologie emergenti, l’attuazione di una cooperazione internazionale che miri a stabilire nuove regole di ingaggio a livello globale per garantire un’innovazione sostenibile, inclusiva, equa e giusta, per tutti.”
Ginevra Cerrina Feroni

Vice Presidente
“Non dobbiamo pensare all’intelligenza artificiale come a una tecnologia a sé stante che non incide sulla nostra esistenza. Essa è creata da esseri umani, si basa perlopiù su dati di persone e cambierà profondamente il nostro modo di vivere. Riuscire a governarla nel modo giusto significa consentirle di esprimere il suo potenziale benefico a favore della collettività. Da questo punto di vista, il ruolo delle Autorità nazionali per la tutela del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali è e sarà sempre più imprescindibile”
Agostino Ghiglia

Componente del Collegio
“Credo che in questo G7 sia stato importante aver posto l’attenzione sulla tutela dei dati, intesi nella loro accezione più ampia e, non solo, come dati personali.
La tendenza, credo incontrovertibile, è infatti la datificazione sempre più pervasiva delle nostre vite. Il tema pone moltissime domande, soprattutto in relazione ai modelli di IA e al loro utilizzo (medico, scientifico, commerciale, politico, informativo, investigativo, giudiziario, predittivo…). Chi immette i dati nei sistemi (e aggiungerei con quale fine)? Chi garantisce l’affidabilità degli algoritmi sottesi ai sistemi? Quanto siamo consapevoli e consenzienti di questi meccanismi? Spesso, infatti, i dati possono essere raccolti senza il nostro consenso tramite tecniche di web scraping e possono essere successivamente profilati, usati e manipolati accrescendone il valore, piaccia o no, di mercato.
E’ un tema che riguarda tutti, in ogni istante della nostra vita. Con l’avvento dell’IA, il confronto e bilanciamento fra scienze/tecnologie e diritti/etica/difesa dell’uomo è e sarà ancora più importante; la difesa del dato personale- e non solo- rappresenta e rappresenterà sempre di più un presidio per la difesa della libertà dell’individuo e della sua unicità, contrastando il rischio che gli algoritmi riflettano un’unica visione del mondo, che i chatbot producano e disseminino preconcetti, bias e fake news. Occorre quindi vigilare sugli input e sui dati con i quali l’IA viene addestrata e sulle modalità con cui questo nuovo lavoro si svolge, non dimenticando gli invisibili della gig economy”
Guido Scorza

Componente del Collegio
“Non c’è nessun antagonismo tra diritto alla protezione dei dati personali e diritto all’innovazione. La sfida che ci attende è garantire alle persone il diritto a non dover scegliere tra diritti fondamentali. Dobbiamo identificare regole capaci di garantire alle persone le straordinarie opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, preservando, al tempo stesso, il diritto alla privacy e gli altri diritti fondamentali e l’algoritmo-guida in questo esercizio prevede che ogni diritto possa essere compresso nella misura minima necessaria a garantirne un altro, senza che nessun diritto possa ergersi a tiranno rispetto agli altri”.